ASSESSORA MONNI, GASSIFICATORI, MULTIUTILITY, CORTOCIRCUITI POLITICI/INDUSTRIALI

A seguito delle ultime dichiarazioni dell’assessora regionale all’ambiente Monia Monni, uscite oggi su diversi quotidiani, abbiamo ricevuto molte richieste e segnalazioni da cittadini che pensavano che la questione gassificatore fosse chiusa e dimenticata, chiedendo chiarimenti.
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È bene ribadire per l’ennesima volta che FINCHÉ TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI NELL’OPERAZIONE NON AVRANNO CONCORDATO E DICHIARATO PUBBLICAMENTE CHE NON ABBIAMO BISOGNO DI GASSIFICATORI, IL RISCHIO CHE QUESTI PROGETTI SCELLERATI CI PIOMBINO ADDOSSO DA UN MOMENTO ALL’ALTRO SARÀ SEMPRE PRESENTE ED È PER QUESTO CHE CONTINUIAMO A RIPETERE CHE ANCHE L’ATTENZIONE DEI CITTADINI SULLA QUESTIONE RIFIUTI NON DOVRÀ MAI DIMINUIRE.

Ma per capire cosa stà succedendo è necessario capire chi sono tutti i soggetti coinvolti nella questione.
La Regione Toscana nelle vesti dell’assessora Monni e del Presidente Giani, Il Comune di Empoli e la cordata industriale rappresentata da Alia sono i tre soggetti sotto osservazione.

Riassumiamo poi anche la varietà di dichiarazioni che sono state fatte in questi giorni sulle questioni piano regionale rifiuti (gassificatore) / progetto Multiutility.
Ieri l’assessora Monni ha annunciato che il piano regionale è finalmente pronto, citando in esso anche i tre gassificatori di Empoli, Pontedera e Rosignano.
Questo ha costretto la sindaca di Empoli a uscire con una contro dichiarazione dicendo che “L’impianto non si farà, lo ha assicurato Giani”, “Valgono le parole dette più volte dal presidente della Toscana. Nessuno ha intenzione di andare contro la volontà dei cittadini”.
In realtà le ultime dichiarazioni riportate dal Presidente Giani parlavano di un progetto che rimaneva in piedi in altre due città, ma che se avesse incontrato altre opposizioni, da qualche parte andrà comunque fatto, e questo non rassicura nessuno.
Alia da parte sua, come tutti ricordiamo, nella sua ultima dichiarazione ha affermato che nonostante il diniego dell’amministrazione concluderà il progetto esecutivo e lo presenterà.

Ma cosa significano tutte queste dichiarazioni contrastanti e cosa leggere in esse in questo momento?
È evidente che ci sia una impossibilità di dialogo non solo tra cittadini e politica, ma soprattutto all’interno della politica stessa. Questo è stato anche dichiarato ” testualmente ” dell’assessora regionale PD all’ambiente Monni in risposta a una domanda sulla Multiutility nella riunione del 3 febbraio 2023 a Montevarchi del comitato a sostegno della candidatura Elly Schlein:

“Non c’è stato un luogo politico dove si è discussa questa cosa e le garantisco che una direzione del partito dove si è parlato di multiutility non c’è stata.”

“Certamente questa è una scelta strategica che non ha avuto un luogo di definizione.
È una scelta compiuta da alcuni sindaci ed è una scelta che non è stata discussa con i cittadini.”

Allora riassumendo abbiamo da una parte una Regione ed un assessora regionale che propongono un piano regionale per la gestione dei rifiuti che non tiene conto del volere dei comuni e dei cittadini, e dall’altra parte abbiamo i comuni che propongono la realizzazione di una Multiutility (che dovrà occuparsi tra i vari ambiti anche della gestione dei rifiuti) ma senza consultare la Regione che sta realizzando il piano. Questo è un cortocircuito tutto politico.
All’apparenza stanno tutti lavorando sullo stesso tema ma di fatto non si parlano e vanno ognuno per la propria direzione, ma osservando meglio emerge una verità fondamentale per capire bene perché questo succede e a chi conviene realmente.

Sia la Regione che i Comuni hanno uno stesso interlocutore comune e cioè Alia, che è si partecipata dai comuni stessi, ma di fatto opera da soggetto industriale indipendente al pari di tutti gli altri gestori a partecipazione pubblica o privata, che di fatto sono gli unici sempre presenti ad ogni tavolo di pianificazione e decisionale.

A questo punto è tanto evidente quanto allarmante il fatto che chi decide come impostare le politiche dei nostri territori non sono gli amministratori che abbiamo eletto, ma siano i soggetti industriali che in qualche modo sono riusciti a condizionare anche il modello di discussione e confronto all’interno delle istituzioni politiche e dei partiti stessi.

Questo modello ha l’evidente scopo di permettere all’industria dei rifiuti e dei servizi di realizzare i propri interessi a discapito di quelli che sono gli interessi reali della popolazione e dei territori, e questo è un modello dal quale la politica non riesce più a sottrarsi e quindi il nostro compito di cittadini adesso è quello di rompere l’ingessatura della politica e liberare i processi partecipativi, e l’unico modo per farlo è manifestare la propria indignazione verso un sistema, che per ovvi motivi si impegna sempre e con maggiore forza a tenere i cittadini al di fuori dei circoli decisionali, così da poter rimanere l’unico organismo a governare il campo.

Industria e popolazione non possono che condividere e convivere negli stessi territori, ma è necessario riequilibrare i modelli in atto e per fare questo noi cittadini non staremo più a guardare e non ci risparmieremo in alcun modo e verso nessuno, finche noi cittadini non avremo liberato la politica e tutti i partiti, perchè nessun partito è a oggi immune a questo modello, cosi che finalmente si realizzerà un reale sistema partecipativo all’interno del quale la politica potrà tornare alla sua naturale funzione di garante, imparziale e super partes tra tutte le parti che coesistono nella nostra società.

Voi che abitate i palazzi delle istituzioni non siate più indifferenti, perché noi che abitiamo le nostre città non smetteremo di bussare alle vostre porte, di gridare sotto alle vostre finestre, le nostre ragioni, il nostro pensiero, finche comprenderete che ora è giunto quel momento, il momento in cui nell’urgenza non più rimandabile, le prove di forza non sono più un opzione percorribile e conveniente per nessuno, il momento in cui il dialogo e la partecipazione, quella vera fatta stando agli stessi tavoli gomito a gomito, sono l’unica soluzione che da sempre è scritta nella nostra costituzione.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese.
Articolo 3 della Costituzione Italiana

È compito dei cittadini oggi rimuovere tutti quegli ostacoli, un compito a cui nessuno più può rimanere indifferente.

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