RACCOLTA FIRME per la presentazione delle osservazioni sulla proposta di costituzione New Publiservizi spa

Come comitato cittadino Trasparenza per Empoli, con l’importante aiuto di Donella Bonciani, Luca Scarselli e Rossella Michelotti, abbiamo preparato una serie di osservazioni alla proposta presentata nel consiglio comunale del 30 gennaio dalla nostra Sindaca Barnini, per la realizzazione di una società “New Publiservizi spa”.

Abbiamo organizzato una raccolta firme di adesione alle osservazioni che saranno da noi presentate all’Amministrazione Comunale. Ecco le date ed i luoghi in cui sarà possibile sottoscrivere le osservazioni ma soltanto per i cittadini residenti ad Empoli.

– Martedì 14 febbraio dalle ore 18 alle 19,30 in Piazza Della vittoria al Bar Vittoria
– Mercoledì 15 febbraio dalle ore 18 alle 19,30 alla casa del popolo di Santa Maria
– Giovedì 16 febbraio dalle ore 21,30 alle ore 23 alla Casa del Popolo di Marcignana
– Venerdì 17 febbraio dalle ore 11 alle 13 alla Casa del popolo delle Cascine

Questa “New Publiservizi spa”, riguardante 19 comuni, avrà il ruolo esclusivo di cercare di aggregare i piccoli comuni che aderiranno a Multiutility Toscana con l’intento dichiarato, ma non dimostrabile, di cercare di raggruppare e meglio rappresentare la titolarità delle quote dei territori della Val d’Elsa.
La maggioranza della Holding Multiutility Toscana sarà comunque sempre saldamente in mano ai Comuni di Firenze e Prato. Questo è dichiarato da un documento digitalmente firmato da presidente ed amministratore delegato di Alia nel quale si legge chiaramente che “Gli azionisti pubblici stabiliscono una maggioranza qualificata che propone la lista con le indicazioni di Presidente e AD, l’accordo deve prevedere formule che impediscano il formarsi di una maggioranza contraria a Firenze.”

L’unica cosa certa quindi saranno i costi che i comuni dovranno sostenere per la realizzazione e la gestione dell’ennesima struttura concepita in conseguenza del problematico progetto Multiutility Toscana II, che fortunatamente non è ancora partito, ma già comincia a creare grattacapi ai comuni che si sentono costretti a cercare forme di tutela rispetto alla logica privatista con la quale stanno pensando questo progetto.
Certamente questa New Publiservizi spa non serve ai cittadini utenti e non potrà realmente rappresentare la titolarità delle quote dei territori della Val d’Elsa, come già sottoscritto anche dai vertici di Alia.

Come da consuetudine l’invito a iscriversi alla mailinglist e mettere MI PIACE e a seguire la pagina Facebook Trasparenza per Empoli, per dare più importanza alla voce di tutti i cittadini. Insieme Uniti Interessati per un dialogo aperto e propositivo.

ALLEGATO 1

ALLEGATO 2

Qui di seguito il testo con le osservazioni oggetto della raccolta firme:

OGGETTO Osservazioni costituzione New Publiservizi spa

Alla Segretaria Generale dl Comune di Empoli
D.ssa Rita Ciardelli
Con preghiera di estendere la comunicazione alla Sindaca, alla Giunta Comunale ed ai consiglieri comunali

In data 14 ottobre 2022, 50 cittadini residenti ad Empoli hanno presentato osservazioni, alla deliberazione del Consiglio Comunale relative alla operazione Multiutility, poi approvata il 18 ottobre con Delibera del CC n° 93/2022. Tali osservazioni, che qui si intendono richiamate integralmente, non hanno avuto risposta. Il loro contenuto mantiene oggi piena validità e attualità, ma con la Holding di II livello, richiedono una integrazione.
L’operazione “New Publiservizi” riguarda 19 comuni, quelli già aderenti a Publiservizi, con una popolazione pari a 257.000 abitanti e che deterrebbero insieme l’11% del capitale della Multiutility Toscana Spa e successivamente dopo la quotazione in borsa della sola Holding Toscana SPA. E’ un nuova società destinata ad un ruolo esclusivo di partecipante collettivo a Multiutility. Si collocherebbe come terzo azionista della Holding interamente a capitale pubblico, dopo Firenze (37,12) e Prato (18,14) e prima di Pistoia (5,48).
L’operazione mostra la contraddizione insita nella finanziarizzazione dei servizi pubblici locali essenziali che trasformano, le AACC in soggetti privati finanziari ed astratti, al pari dei Fondi di investimento che avranno complessivamente importanti quote di minoranza della Multiutility, molto superiori al 5% massimo imposto ai singoli investitori. Esse agiscono su mercato con le stesse logiche orientate alla sola valorizzazione del capitale come scopo prevalente ed al conseguente gioco speculativo, che in questo caso riguarda attività imprenditoriali di produzione di servizi indispensabili a tutte le famiglie e imprese, in condizione di monopolio. I cittadini non possono scegliere tra gestori e prezzi diversi.
Da notare che dei 19 comuni aderenti, tutti facenti parte di Publiservizi, 17 sono nell’ATO Toscana Centro nelle province di Firenze, gli 11 comuni del Circondario Empolese, e 6 della provincia di Pistoia, ma 2 sono fuori ATO, in Provincia di Siena: Poggibonsi e San Gimignano, sebbene con quote di capitale modeste da versare in proporzione alle partecipazioni alle società consociate in Multiutility. Alcune AACC hanno già ad oggi deliberato questa nuova struttura burocratica interna alla Multiutility ed il relativo impegno di spesa per la costituzione, di altri comuni non risulta ancora alcun passo formale.
Si suppone che questa Holding di secondo livello ambisca a diventare l’alleanza di tutti piccoli comuni non capoluoghi nell’ambito della Multiutility con capofila Empoli, nella ipotesi non dimostrabile che si possa almeno in parte compensare la marginalità che queste amministrazioni comunali avranno nella Multiutility. La maggioranza della Holding Toscana sarà comunque sempre saldamente in mano ai Comuni di Firenze e Prato. Questo è dichiarato dal documento allegato 1 digitalmente firmato dal presidente ed amministratore delegato di Alia nel quale a pagina 29 si legge chiaramente che “Gli azionisti pubblici stabiliscono una maggioranza qualificata che propone la lista con le indicazioni di Presidente e AD, l’accordo deve prevedere formule che impediscano il formarsi di una maggioranza contraria a Firenze.”
Questa esigenza riflette la necessità delle piccole amministrazioni comunali di preservare equilibri politici interni, ma non serve in alcun modo agli interessi dei cittadini utenti dei servizi erogati.
I sottoscritti segnalano pertanto quattro punti molto critici:
1) Vi è uno spreco di denaro pubblico per una struttura che non serve affatto ai cittadini utenti. Già per questa delibera il Comune di Empoli impegna e getta via 14.755 € e tutti i 19 comuni spenderanno per la sola costituzione 50.000 euro, successivamente per gestire la struttura burocratica ogni anno a venire dovranno sottrarre 142.000 € nel 2023, ossia 2,2 %, dai ricavi
distribuiti da Multiutility, stimati il primo anno 5,4 milioni di € sulle azioni di proprietà, per le spese di funzionamento. Ricordando che gli stessi ricavi utilizzati per finanziare New Publiservizi Spa, provenienti da Multiutility, sarebbero originariamente destinati ai singoli comuni in qualità di zionisti, il riversamento degli stessi verso la holding di secondo livello rappresenta di fatto una sottrazione ai bilanci comunali.
E’ poi previsto un incremento annuo. Di queste spese 60.000 € annui vanno per la sola remunerazione del CdA o A.U., 5.000 € mensili. Questi dati sono contenuti nel PEF dei primi 5 anni, ma ci permettiamo di dubitare che in realtà lo spreco sia molto sottostimato in considerazione della estrema sommarietà ed approssimazione di questo PEF e delle stime ivi contenute.
2) Nella logica privatistica della Multiutility in realtà l’operazione non garantisce alcun reale peso dei piccoli comuni rispetto a Firenze e Prato detentori insieme della maggioranza: l’11 % aggregato non garantisce maggior peso. Certamente non serve ai cittadini utenti.
3) La Holding di secondo livello è tutta interna all’ottica privatistica delle società di capitali. Da una parte remunerazione del capitale di rischio, che deve restare sui livelli medi elevati e altalenanti del mercato borsistico. Su questo importante punto riteniamo utile che le consigliere e consiglieri leggano l’allegato 2 articolo di “altreconomia” pagg 10-14, “Inchiesta sui primi15 anni di A2A tra speculazione e servizi pubblici” che illustra un caso tipico di Multiutility, quella cui hanno dato vita nel 2008 i Comuni di Milano e Brescia. Inquietante è anche il carattere aleatorio di molti elementi di stima contenuti nella valutazione e nel PEF Multiutility per il concambio e per la stima del valore del patrimonio conferito dagli enti locali alla Società. E’ altamente probabile che si dovrà nei prossimi 4-5 anni provvedere ad una ripubblicizzazione delle attività riacquistando le azioni ad un prezzo di molto superiore a quello di vendita. Avremo così un flusso di denaro dal pubblico alla speculazione privata.
4) Il punto tuttavia centrale sta nel fatto che il “controllo pubblico”, degli interessi delle collettività locali non è garantito in alcun modo dalla proprietà nella maggioranza delle azioni e quindi del consiglio di amministrazione, che non da nulla più che la responsabilità di garantire il variabilissimo e sempre elevato livello di remunerazione dei capitali investiti in borsa, con la perenne incertezza derivante dal fatto che con la forma Spa quotata in borsa, i servizi saranno obbligatoriamente posti periodicamente a bando gara, con il forte rischio di perdita di tale affidamento in favore di soggetti privati terzi. CdA o A.U. e Presidente saranno sempre e comunque condizionati dagli azionisti istituzionali di minoranza dei fondi di investimento che giocano sulla proprietà di pacchetti di minoranza di società di servizi, ivi comprese le altre Multiutility in Europa, fino a quando non saranno realmente ripubblicizzate, tuttavia con considerevole esborso di denaro pubblico. Si tratta di un dettaglio cruciale su cui le precedenti osservazioni di ottobre su Multiutility non si sono soffermate: da parte dell’apparato imprenditoriale Alia/Multiutility, supinamente avallata dalla parte politica, si sostiene che l’operazione si giustifica con la necessità di costruire una solida società Toscana o dell’Italia centrale in grado di sostenere la concorrenza di altre imprese in Italia o in Europa al momento delle periodiche gare di affidamento dei servizi, senza tener conto che gli azionisti di minoranza sono e saranno i fondi di investimento, come State Street, Vanguard, Blackrock, che detengono e deterranno quote elevatissime di azioni e saranno i veri dominus delle scelte aziendali, potendo determinare il corso azionario e lo stato finanziario. La maggioranza pubblica e il CdA saranno frequentemente, come ovunque, sotto il ricatto di questi investitori finanziari istituzionali che legittimamente chiedono e chiederanno la più elevata remunerazione possibile del capitale investito. Dal discorso pubblico appare viceversa che il “mercato borsistico” si muova come se fosse costituito da migliaia di piccoli azionisti in concorrenza, esclusivamente in base all’immediato tornaconto individuale. Così non è, si tratta di una falsa narrazione di cui già altre città stanno facendo le spese e noi purtroppo le faremo.
Siamo viceversa consapevoli che gli interessi dei cittadini sono garantiti esclusivamente dalle onerose, certo, ma indispensabili attività di controllo previste dalla legge in carico ai comuni direttamente e degli organismi consortili sovraordinati dei comuni, in Toscana l’ATO per rifiuti urbani e l’AIT per ciclo dell’acqua.

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