I Costi Nascosti delle Politiche Urbanistiche

Ancora conferme sugli immensi costi che stiamo pagando e che pagheranno i nostri figli per le pianificazioni urbanistiche purtroppo ancora in atto.
Ma di quali costi stiamo parlando e chi li pagherà?
Dall’assessore regionale Monia Monni, durante un tavolo di lavoro con il Comune di Cerreto Guidi, arrivano importanti risposte che confermano come non si possa definire progresso o crescita qualsiasi azione o programmazione che aggravi ulteriormente l’esposizione già critica di un territorio fragile ai rischi ambientali ed economici, rischi comprovati da costi e dati già oggi allarmanti.

Una parte significativa delle attuali previsioni urbanistiche del PSI e del POC, come dichiarato dagli organi regionali, peserà ulteriormente sul nostro territorio e dunque sulle generazioni future.
L’assessore Monni, riguardo alla situazione globale attuale, conferma quanto finora da noi evidenziato circa le criticità del Piano Strutturale dei nostri Comuni:
“Siamo davanti a una crisi aggravata dal cambiamento climatico. Le nostre città non sono state pianificate per sopportare quantitativi di pioggia così elevati in tempi così brevi.”
Il piano dei fabbisogni riportato dall’assessore Monni ammonta a 1 miliardo di euro, di cui 58 milioni destinati alla Valdelsa, da affiancare ai 2,7 miliardi di danni diretti provocati dall’alluvione in tutta la regione.

Previsioni urbanistiche errate non solo genereranno costi ambientali ed economici immediati, ma rappresenteranno anche un’eredità negativa che graverà pesantemente sulle condizioni di vita e sulla sostenibilità economica e ambientale dei nostri figli e nipoti. Si tratta di responsabilità politiche e amministrative con conseguenze prolungate nel tempo, che condanneranno le prossime generazioni a sostenere oneri e difficoltà che potevano essere evitati con scelte più responsabili e lungimiranti.

L’assessore regionale Monni precisa che non è ancora nota la dotazione finanziaria che verrà messa a disposizione della Toscana. I fondi arriveranno dal Fondo Nazionale per le Emergenze, che tuttavia dispone di risorse limitate e dovrà coprire sia le esigenze passate che quelle future.
I finanziamenti statali, inoltre, non copriranno le opere più grandi e importanti, che richiedono tempi di realizzazione più lunghi. Di conseguenza, gran parte dei costi ricadrà inevitabilmente sulle nostre spalle.
Insomma, i costi attuali sono già molti e tanti altri ne arriveranno in futuro, mentre le risorse disponibili rimangono scarse.
Tutti questi costi sono una nostra responsabilità ma ricadranno sul già difficile futuro dei nostri figli. È indispensabile dunque cambiare radicalmente il nostro modo di rapportarci al territorio, abbandonando definitivamente le logiche sbagliate e dannose che ci hanno portato all’attuale situazione, nell’interesse economico e sanitario delle prossime generazioni.

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