CRITICITÀ DEL PERCORSO PARTECIPATIVO EMERSE DURANTE IL PRIMO INCONTRO PER IL GASSIFICATORE DI EMPOLI

Si è tenuto ieri il primo incontro organizzato da Alia su richiesta del comune di Empoli sul tema della possibile realizzazione del gassificatore per il trattamento rifiuti. L’incontro si è svolto attraverso una prima parte plenaria dove la sindaca di Empoli Brenda Barnini e i vari amministratori e rappresentanti di Alia, Maire Tecnimont e Suez hanno presentato il progetto alle 120 persone presenti.
Dopo questa fase di presentazione i presenti, distribuiti su diversi tavoli di lavoro hanno avviato in ciascun tavolo una discussione al fine di elaborare alcune domande condivise da porre ai relatori proponenti. Ai tavoli sono stati concessi 40 minuti per elaborare le domande.

Queste domande sono state poi trasmesse dal facilitatore presente ad ogni tavolo attraverso un maxischermo a tutta la sala e quindi ai relatori che a turno hanno risposto alle domande. Come già successo in altre occasioni dove è stato utilizzato lo stesso sistema, anche stavolta è emersa più volte una diffusa insoddisfazione riguardo alla qualità delle risposte fornite in quanto ritenute spesso non esaustive.

Di fatto questo metodo di dibattito non permette un vero dialogo tra le parti in quanto le domande che i presenti vogliono porre devono prima essere condivise e quindi molto spesso variate in rispetto al parere degli altri presenti ai tavoli, e solo dopo queste variazioni e validazioni possono essere passate ai relatori, che a loro volta ne rispondono senza sapere con precisione chi abbia posto la domanda e quindi con chi interloquire direttamente. A termine della risposta non c’è poi la possibilità diretta di affrontare eventuali approfondimenti o correzioni richieste sul tema, come sarebbe invece da prevedere in qualsiasi forma di dibattito aperto, più approfondito e congruo. È infatti emerso più volte da diversi tavoli una diffusa insoddisfazione riguardo alle risposte che sono state fornite alle domande poste, che sono state giudicate in diverse occasioni non esaustive o non completamente coerenti alla domanda posta.

Sono stati dichiararti stati avanzati di progetto riguardanti tutta la zona e le sue infrastrutture; dal piano messa in sicurezza idraulica, al piano mobilità dedicata e nuove strade ed altri aspetti che sarebbero già stati concertati in accordo con università e comune.
Il dato che salta agli occhi dopo queste dichiarazioni è che il comune non ha ancora presentato ufficialmente niente in Giunta comunale a proposito del progetto, solo una informativa del sindaco, ma sembra proprio che abbiano già lavorato tanto perché un progetto così grande non si realizza certo in 2 mesi, tempo questo dichiarato per la presentazione del primo progetto. Viene da chiedersi da quanto stiano lavorando al progetto e che motivo ci sia per averlo fatto senza la dovuta informazione verso i cittadini, quando i tempi avrebbero permesso una reale e più profonda informazione e partecipazione.

Un aspetto importante per il quale è stata posta più volte interrogazione, ma non sono state fornite risposte chiare e soddisfacenti, riguarda l’esistenza o meno di altri impianti come questo. É stato dichiarato che ci sono altri impianti in Giappone dove si produce syngas, quindi uguali all’impianto proposto ad Empoli per quanto riguarda la pirolisi, ma per quanto riguarda la parte di gassificazione in Giappone il syngas viene bruciato per produrre energia elettrica, mentre a Empoli il syngas dovrebbe essere trasformato in metanolo e idrogeno, processo questo per il quale è stato dichiarato che esiste al momento uno studio teorico realizzato dall’Università La Sapienza di Roma. Sembra che siamo quindi senza dati sull’effettiva fattibilità e resa. Per inciso questa fase sperimentale del ciclo di trasformazione del gas è quella in cui si dovrebbero abbattere gli inquinanti e pare quindi che anche su questo importante aspetto non ci siano garanzie comprovate oltre lo studio Universitario realizzato da La Sapienza.

Per quantificare le emissioni aeree dichiarate e certe fino a questo momento, si parla di 17 tonnellate ogni ora di CO2. Per cercare di rendere questo dato maggiormente comprensibile e quantificabile, questa emissione da camino è equivalente all’emissione di 267000 caldaie a condensazione come quelle di una famiglia media. Empoli ha circa 20250 famiglie, quindi parliamo di una quantità di emissioni di una città grande 13 volte Empoli, tutte concentrate in un unico luogo attraverso una ciminiera che probabilmente sarà alta 45 metri (altezza dichiarata per il punto più alto dell’impianto). In più sempre in uscita sono dichiarate altre 16,8 tonnellate ogni ora di generici Fumi non ben definiti.
Per quanto dichiarato per il consumo di acqua è stato assicurato che tutta l’acqua necessaria sarà prelevata dal depuratore di Pagnana. Dato però il modo estremamente sintetico usato per illustrare questa fase, rimangono anche qui molti dubbi sulla reale capacità di riuscire a soddisfare e gestire un ciclo acque così complesso e imponente, che include molti inquinanti con la conseguente generazione di fanghi residui classificati come rifiuti speciali pericolosi destinati a discarica.

Per il resto si è insistito sulla circolarità del progetto e sul fatto che non ci saranno emissioni importanti e dannose, ne tantomeno rischi derivanti da possibili malfunzionamenti. Metanolo e idrogeno sono gas infiammabili e con rischio detonate che saranno stoccati in loco in attesa della immissione sul mercato, dire che non ci saranno rischi appare molto rassicurante e sicuramente riduttivo. Anche su questa parte come su altre non ci sono state sufficienti motivazioni a supporto.
Per adesso non ci sono stati quindi particolari chiarimenti rispetto a quanto era già emerso, ma per questo speriamo di ricevere maggiori informazioni nel prossimo incontro previsto per mercoledì 26 ottobre sempre al Palaexpo di Empoli.

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