📣 Nardella ci dice già cosa succederà appena saranno giunti ad una decisione sulla quotazione…

L’inquilino di Palazzo Vecchio ci dice chiaramente che l’unica cosa da decidere è quando fare la quotazione, se prima o dopo aver fatto entrare altri comuni, ma è data per irrinunciabile, il tutto senza un minimo cenno al dialogo.
Conferma di quanto è importanza firmare per la richiesta di referendum contro la quotazione in borsa.

Preoccupano le affermazioni del sindaco di Firenze Nardella, rilasciate lo scorso 6 ottobre ad una emittente locale, nel quale il sindaco parla anche di multiutility.

Purtroppo il sindaco, ed evidentemente anche chi lo sta informando, non fanno mai una importante precisazione necessaria prima di affrontare la questione, e cioè che ARERA dispone che tutti gli investimenti che vengono fatti dal gestore, devono OBBLIGATORIAMENTE ESSERE INCLUSI IN TARIFFA come costo per gli utenti, ovvero devono obbligatoriamente essere pagati dai cittadini con le loro bollette. Ne consegue che in tutti e tre i casi da lui elencati, siamo sempre obbligati per legge a ripagare tutto con le nostre tariffe.
Il sindaco nell’intento di enumerare gli scenari finanziari attraverso i quali si potrebbe a suo dire finanziare la multiutility, si limita a citare soltanto tre dei molti scenari possibili, che analizzati secondo le disposizioni di ARERA figurano così:
1 – dice Nardella: “o li chiediamo ai cittadini aumentando ancora di più le tariffe, perchè anche dopo il referendum quello che è emerso e che se una società pubblica vuole fare investimenti deve prendere soldi dalle tariffe”
Chiariamo che: Questa affermazione è tendenziosa in quanto già adesso nelle tariffe paghiamo la totalità degli investimenti, quindi non cambierebbe gran che.
2 – dice Nardella: “oppure andando dalle banche per indebitarci, chiedendo dei prestiti”.
Chiariamo che: Il ricorso alle banche è prassi comune anche a tutte le multiutility quotate in borsa, in quanto i soci privati mettono una quota una volta soltanto, che non basta per tutti gli investimenti e quindi si finisce per ricorre alle banche. Come detto da ARERA dovremo poi obbligatoriamente ripagare tutti gli investimenti in bolletta.
3 – dice Nardella: “oppure aprendo al mercato e quindi nella borsa, ai piccoli risparmiatori”.
Chiariamo che: In tutte le multiutility quotate in borsa che si sono aperte al mercato gli azionisti privati non sono i piccoli risparmiatori, ma sono grandi fondi d’investimento come BlackRock, che a fronte di una quota versata una sola volta ottengono una parte di proprietà dell’azienda che si trasforma in una quota importante di utili della stessa, pari al 49% del totale, che dovremo pagare loro ogni anno e per sempre.
Questo basta per capire che questa è l’opzione meno conveniente poichè ci vincola ad un pagamento nei loro confronti che non avrà mai fine. Anche in questo caso come detto da ARERA dovremo poi obbligatoriamente ripagare tutti gli investimenti in bolletta.
Voi preferireste acquistare casa con un prestito bancario con una scadenza certa a un tasso anche importante, o preferireste cedere una parte della proprietà della vostra casa ad un gruppo finanziario al quale dovrete poi pagare per sempre una quota annuale pari al 49% dei vostri risparmi annuali?

Se il tendenzioso e limitato scenario che propone il primo cittadino di Firenze è il risultato dell’informazione che ha ricevuto da chi lo sta spingendo a quotare la multiutility, allora non possiamo che aspettarci una decisione che non potrà che essere quella della quotazione in borsa, accompagnata come in questo caso da una serie infinita di motivazioni senza reali fondamenti, sulle quali ne il sindaco, ne nessun altro dei proponenti accetta di discutere pubblicamente in un confronto aperto, e che nell’intervista già viene data per scontata illustrando quali saranno i prossimi passi che porteranno appunto alla quotazione.
Lo stop momentaneo è quindi funzionale all’avvicinarsi delle elezioni in quanto la decisione è già stata presa ma non c’è il coraggio di dirlo.
La verità è che i Comuni non riescono più a far quadrare i loro bilanci e allora hanno pensato a questo sistema finanziario per aumentare le tariffe e generare dividendi con i quali aggiustare i bilanci comunali.
Non avendo il coraggio di dirlo chiaramente ai cittadini, allora cercano di adottare il sistema della quotazione, che come sistema si basa sul principio normato per legge di generare utili e spartirli. Così facendo però sono anche disposti a rinunciare al 49% degli utili derivanti dalle nostre tariffe che andranno persi per sempre nelle tasche dei fondi d’investimento privati, finche inevitabilmente non arriverà il giorno in cui perderemo la gestione dei servizi ed allora perderemo il 100%.

QUI IL VIDEO DELL’INTERVISTA

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