Apprendiamo con stupore che, secondo quanto dichiarato dal sindaco Alessio Mantellassi, nessuno gli avrebbe mai “inoltrato una richiesta ufficiale” di accorpamento del referendum sulla Multiutility con le elezioni regionali.
Il sindaco era invece pienamente a conoscenza della nostra richiesta, presentata alla precedente amministrazione di cui faceva parte. Fu proprio in quel contesto che giunse il parere ministeriale cui oggi fa riferimento. Questo parere, che ci fu trasmesso senza alcuna indicazione sulla volontà politica dell’amministrazione – che ancora oggi non si è espressa chiaramente – per quanto autorevole è per definizione, indicativo e non vincolante. Non può quindi essere usato come ostacolo all’applicazione della normativa di legge vigente, che consente espressamente l’accorpamento, come previsto dall’art. 6 del D.Lgs. 267/2000 e dallo Statuto del Comune di Empoli. Parlare di un “no del ministero” come di un divieto invalicabile è una scelta politica, non giuridica. Se davvero si vuole favorire la partecipazione democratica e ridurre i costi per le casse comunali – e quindi per la comunità – l’election day è uno strumento perfettamente legittimo e attuabile.
Il sindaco ha dichiarato anche di essersi detto disponibile a fine dicembre a convocare il referendum, sostenendo che avremmo risposto “Ci risentiremo”, per poi non farci più sentire. In realtà, in quell’occasione gli abbiamo ribadito che eravamo in attesa della nuova delibera che lui aveva promesso di presentare, in sostituzione di quella con cui il Comune aveva conferito le proprie quote in Alia, nella quale era espressamente prevista la quotazione in Borsa. Una nuova delibera che comporterà il riesame da parte del Comitato dei garanti e una nostra valutazione conseguente, ma tale delibera non è mai arrivata.
Quanto alla sua “posizione chiara” sulla Multiutility, durante la campagna elettorale il sindaco aveva dichiarato che avrebbe riportato in Assemblea dei soci il suo voto contrario alla quotazione in Borsa ma ad oggi l’Assemblea non ha ancora votato su questo punto. Nel frattempo, però, dopo l’elezione, il sindaco ha partecipato all’assemblea dei soci di Alia votando per dare mandato al CDA e all’AD “di proseguire l’attività di rafforzamento e sviluppo della multiutility, nel solco del percorso autorizzato in Statuto e dai Consigli Comunali della maggioranza dei soci”. Di fatto, con questo voto si è confermato e rafforzato il percorso verso la quotazione in Borsa, previsto dallo Statuto di Alia e ribadito nelle delibere comunali. Chi partecipa a scelte così rilevanti senza esprimere dissenso, evidentemente, non sta bloccando nulla.
Il referendum comunale è uno strumento costituzionale di partecipazione democratica, previsto dalla legge e dallo Statuto, torniamo quindi a chiedere con fermezza che si dia seguito agli impegni presi davanti alla cittadinanza accorpando il voto alle regionali per garantire risparmio, trasparenza e partecipazione.
Su scelte così importanti e irreversibili come la cessione al mercato e alle logiche finanziarie dei beni comuni essenziali (acqua, rifiuti, energia), devono essere i cittadini a decidere, nel modo più diffuso e capillare possibile nel rispetto della volontà popolare e della trasparenza.
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