Toscana, il 25,6% dei cittadini a rischio alluvione: eppure si continua a costruire

Siamo davvero disposti ad accettare che, di fronte a questa realtà chiara e conosciuta, i Comuni continuino a presentare (e la Regione a permettere) piani urbanistici che prevedono nuovo cemento e altro consumo di suolo, aggravando una situazione già fuori controllo? È accettabile che gli uffici regionali da una parte denuncino la gravità degli impatti, ma dall’altra trovino sempre il modo per autorizzare questi piani?

Il suolo come l’acqua, la gestione dei rifiuti sono beni comuni di primaria importanza: la tutela e la gestione responsabile del territorio devono tornare al centro delle nostre scelte e della partecipazione attiva di tutti noi.

Secondo il nuovo report CIRO realizzato in collaborazione con ISPRA, il 25,6% dei cittadini toscani vive in aree a rischio alluvione. Si tratta della seconda percentuale più alta d’Italia, nonostante il consumo di suolo in Toscana (6,2%) sia inferiore alla media nazionale.

Questo dato evidenzia una pericolosa contraddizione: avere meno consumo di suolo, ma sempre più persone esposte al rischio. Come mai? In Toscana pesano la densità abitativa (molti vivono nelle stesse aree) e la morfologia del territorio, che vede ampie fasce di popolazione concentrate nelle pianure e nelle valli, le aree più vulnerabili.

Un esempio lampante è rappresentato dal territorio di Empoli e dei comuni del Piano Strutturale Intercomunale: qui la stragrande maggioranza dei cittadini vive nella zona pianeggiante, dove la percentuale di suolo consumato supera addirittura il 33%. È proprio questa concentrazione e impermeabilizzazione del territorio che ci espone a rischi crescenti.

E i dati parlano chiaro: negli ultimi anni gli eventi alluvionali si sono susseguiti senza tregua. Dopo l’alluvione del 2 novembre 2023, per la quale la Regione Toscana ha stimato un piano di opere necessarie da oltre un miliardo di euro (soldi che la Regione non ha e per cui si attendono fondi statali che chissà se arriveranno), a Empoli nel 2025 si è verificata una nuova alluvione, ancora più devastante della precedente. Per quest’ultima non conosciamo ancora l’entità dei danni, ma è certo che gli eventi estremi sono sempre più frequenti, intensi e distruttivi.

Serve una svolta reale: stop al nuovo consumo di suolo, tutela della sicurezza e prevenzione vera. Basta rischiare la vita – e miliardi di euro – per scelte urbanistiche irresponsabili.

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