Il referendum del 9 novembre è assolutamente inedito per Empoli e per la Toscana sotto vari profili:
per la prima volta si sottopone a referendum abrogativo una scelta della maggioranza del Consiglio Comunale, per la prima volta una consultazione elettorale si svolgerà solo ad Empoli e catturerà l’interesse di tutta la Toscana e, soprattutto, per la prima volta potranno votare tutti i residenti, anche quelli che non hanno cittadinanza italiana o comunitaria, circa 6-7000.
Ai nostri banchini e durante i nostri volantinaggi porta a porta, abbiamo avuto modo di parlare con decine di residenti senza cittadinanza europea che risultano spesso ancora più interessati e attenti al referendum ed alle nostre motivazioni rispetto ai cittadini italiani. Il motivo è ovvio: è la prima volta che sono interpellati su scelte politiche (non partitiche) che li riguardano direttamente, in questo caso come utenti dei servizi di competenza comunale quali acqua e rifiuti, servizi che
assorbono parte consistente del loro reddito, in percentuale ancora maggiore rispetto alla media degli empolesi.
Tuttavia questo nostro lavoro non è sufficiente poiché arriva solo ad una parte della popolazione senza cittadinanza europea e quindi senza tessera elettorale, su cui almeno si potrebbe
leggere la sezione elettorale. Occorre pertanto un doveroso sforzo dell’amministrazione comunale:
la popolazione con diritto di voto priva di tessera elettorale in quanto non comunitaria, deve essere informata in modo chiaro e puntuale circa sezione e sede di voto, mediante specifica
comunicazione individuale recapitata a casa in tempo utile per partecipare al voto. Lo impone il senso civico che ha sempre caratterizzato tutte le Amministrazioni comunali di Empoli.
Quando un cittadino empolese matura il diritto di voto al compimento dei 18 anni l’amministrazione notifica personalmente all’interessato l’acquisizione di questo diritto attraverso l’invio della tessera elettorale in modo che esso ne diventi pienamente consapevole. Cosa hanno di diverso i circa 6/7000 residenti non comunitari? Perché non hanno diritto alla stessa attenzione ed
informazione?
Dalle scelte operate dall’Amministrazione comunale e dai gruppi e partiti di maggioranza operate dal gennaio scorso, di non convocare il referendum a primavera, di rifiutare l’accorpamento, arrivando fino ad oggi con la scelta di sedi estremamente disagiate, risulta evidente che per evitare l’abrogazione integrale della delibera 93/2022 richiesta dal referendum, si punti più al fallimento del quorum di 21.579 votanti (anche solo per un voto), che sulla vittoria dei NO ritenuta forse impossibile. Una scelta legittima, ma con conseguenze pesanti e imprevedibili sui
livelli di disaffezione al voto; tuttavia la scelta di non informare individualmente coloro che non hanno la tessera elettorale ci sembrerebbe particolarmente grave e certamente non accettabile.
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