🧠 Tenere la multiutility bloccata in ottica elettorale porterà disagi finanziari e nel servizio per tutti. Si dia il via subito al modello di gestione interamente pubblico.

In una intervista di oggi sulla nazione il sindaco di Scandicci Sandro Fallani ha ammesso indirettamente a domanda del giornalista, che lo stop al percorso di quotazione è stato deciso in modo funzionale alle elezioni del 2024, ovvero che c’è un forte timore che perseguire la strada della quotazione porterebbe a una forte perdita di consenso.
Questa posizione presa dal partito democratico non può più essere accettata dai cittadini, in quanto si prospetta come l’ennesima manovra politica volta ad ottenere un mandato elettorale, che possa successivamente essere svolto anche contrariamente a quanto espresso in questi giorni dalla cittadinanza.
I cittadini questo lo sanno bene dopo averlo già vissuto nel 2019 con la falsa promessa della ripubblicizzazione integrale del servizio idrico, quando si sono poi visti proporre dagli stessi sindaci una privatizzazione con addirittura una quotazione in borsa.
Il PD, come tutti gli altri partiti hanno il dovere di sciogliere questo nodo e prendere una posizione chiara, da rappresentare verso tutti gli elettori in prospettiva dell’ottenimento di un eventuale mandato elettorale, ottenuto in virtù della volontà consapevole espressa dai cittadini all’interno delle cabine elettorali.
In questa ottica va precisato che mantenere una multiutility per come è concepita e strutturata in questo momento, e cioè incompleta per operare in virtù di una evitata quotazione in borsa, sarebbe deleterio per tutto il sistema di tutto il territorio, in quanto di fatto non riuscirebbe ad operare pienamente, perché concepita con scopi diversi e soprattutto perché guidata da un amministratore delegato e da un consiglio di amministrazione che hanno un chiaro incarico e delle competenze specifiche per la sola gestione di una multiutility quotata in borsa. Queste persone e di riflesso la struttura societaria che hanno creato, non possono garantire in termini di competenza e organizzazione una gestione diversa da quella della quotazione in borsa.
Quindi se si intende non prendere decisioni e non operare azioni organizzative concrete, necessarie e non rimandabili sulla società e sul modello di gestione, come detto chiaramente, risulta necessario un cambio dei vertici di gestione della società e di riorganizzazione del modello societario, in modo che siano reperite le figure con competenze tecniche adatte a valutare scenari che siano diversi da quelli della sola quotazione in borsa, per la quale i tecnici attuali hanno competenze limitate alla sola forma societaria quotata in borsa, e quindi non possono fornire analisi e modelli attendibili e imparziali diversi da quest’ultimo.
Di fatto in questi momento all’amministratore delegato di Alia, che ha chiare e conclamate esperienze nel solo settore multiutility quotate in borsa, viene soltanto chiesto di confermare il modello da lui proposto, mentre per correttezza dovrebbe essere aperto un percorso chiaro, aperto a cittadini, associazioni e organizzazioni per valutare attraverso una pluralità di figure con competenze adatte, anche i modelli 100% pubblici che non prevedono la quotazione in borsa.

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