🌍 Da Mario Dini, primo presidente Consiag, arriva un’altro autorevole parere contrario alla quotazione in borsa.

Ringraziamo e accogliamo con attenzione e favore il parere importante del primo presidente di Consiag Mario Dini, che apporta un’altro importante contributo alla valutazione dell’operazione voluta dal gruppo dirigente di Alia.

«No alla quotazione in Borsa La Multiutility deve essere al servizio dei cittadini» Dini: «Utenti maledettamente tartassati. Tariffe alte con la gestione privata»

Non sono contro le multiutility, perché l’aggregazione di attività simili sono necessarie quando i soggetti interessati sono di piccole dimensioni e non possono avere le conoscenze e le strutture per gestire servizi così importanti. La multiutility dovrebbe avere come unico obiettivo rendere più efficiente la gestione, così da contenere le tariffe e gli eventuali utili li dovrebbe utilizzare per finanziare nuovi investimenti e migliorare i servizi all’utente. Se la multiutility, a cui i Comuni della provincia di Prato hanno affidato i loro impianti, dichiarasse chiaramente che questi sono i suoi obiettivi, sarebbe molto apprezzata, se invece tace sulla sua strategia, rimarranno molti dubbi e continueranno le polemiche. Ci sono personaggi che insistono sulla quotazione in borsa, che equivale di fatto alla privatizzazione dei servizi perché la finalità principale diventa la remunerazione del capitale impiegato dall’azionista anche in presenza dei vincoli che regolano i servizi distribuiti in regime di monopolio. Per poter distribuire il dividendo ai soci, sia privati che pubblici (i Comuni), è necessario che quell’utile che si forma grazie alla tariffa sostenuta dagli utenti, sia distolto dal finanziamento di nuovi investimenti.

Sulle aspettative dei soci privati di percepire il dividendo sul capitale investito non ho obiezioni, ma trovo ingiusto e iniquo che i Comuni decidano di trarre utili dalla gestione di questi servizi anche se poi gli utili fossero destinati a finanziare servizi per i cittadini. Si può fare a meno della quotazione in borsa? Si, lo dimostrano le tante aziende del settore che sono pubbliche e realizzano grossi investimenti. La quotazione in Borsa rappresenta una privatizzazione di fatto, del tutto legittima se avviene per volontà politica; è una scelta e si può essere a favore o contrari. Io sono nettamente contrario perché sarebbe un ulteriore prelievo dalle tasche degli utenti già maledettamente tartassati. La classe politica se lo dovrebbe chiedere perché abbiamo tariffe così alte nei servizi a gestione privata.Infine, nel gruppo dirigente della multiutility qualcuno ha affermato che il referendum del 2011, con cui la stragrande maggioranza degli italiani chiedeva la gestione pubblica dell’acqua, non ha alcun valore giuridico, ed è superato. Resto meravigliato che un’affermazione come questa sia stata fatta da un politico di sinistra. Penso che la volontà di gran parte degli elettori abbia in ogni caso un grande valore. Probabilmente è anche l’aver disatteso la volontà popolare che hanno indotto molti elettori a disertare le urne. Mario Dini Primo presidente Consiag.

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