Referendum Multiutility: quando il problema è chi chiede chiarezza.

Il PD Empolese si unisce all’attacco, ma la verità resta una sola.

Dopo Sinistra Italiana, ora anche il PD Empolese sceglie di attaccare il Comitato referendario Trasparenza per Empoli con argomentazioni false, infondate e palesemente coordinate con Sinistra Italiana empolese per logiche strumentali meramente elettorali legate alle elezioni regionali che li vedranno correre come alleati e che niente hanno a che fare con il referendum empolese.

Il tempismo parla chiaro: il nostro comunicato in cui ricordavamo pubblicamente l’impegno preso dal sindaco di indire il referendum comunale alla prima data utile, ossia il 19 ottobre, a cui fanno riferimento è uscito il 4 agosto – prima della ufficializzazione della data di voto delle regionali e quindi lontana da ogni logica elettorale imputabile alle elezioni regionali – mentre i due comunicati di SI e PD sono usciti più di due settimane dopo il nostro comunicato, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, subito dopo l’ufficializzazione della data delle elezioni regionali da parte del Presidente Giani. Un chiaro tentativo di strumentalizzazione del referendum empolese per fini elettorali legati alle elezioni regionali confermata anche da questo secondo comunicato.

Un impegno preciso quello preso dal sindaco, espresso a mezzo stampa, che il PD e Sinistra Italiana tentano di distorcere facendolo passare per una volontà del nostro comitato al servizio di presunti avversari politici per sollevare il sindaco dalle sue dichiarazioni pubbliche.

Eppure la verità è semplice: è stato il sindaco a dichiarare pubblicamente la sua disponibilità ad indire il referendum alla prima data utile che da regolamento è il 19 ottobre, ma il silenzio che arriva da via Giuseppe del Papa continua ad essere assordante, e viene il dubbio che con l’ufficializzazione della data per le regionali del 12 ottobre sia diventato difficile mantenere la parola data e quindi altri si stiano adoperando per cercare di deviare l’attenzione distorcendo la realtà, nel frattempo attendiamo la data del 4 settembre in cui siamo stati convocati presso la segreteria generale del comune per avere aggiornamenti.

Il risultato è che a più di due anni dal deposito delle firme, non c’è ancora una data certa per il voto, l’unica occasione reale di accorpamento – che avrebbe garantito efficienza e risparmio invocate da Barsottini – è stata fatta volutamente sfumare, e adesso anche la prima data utile è stata fatta saltare.

A chi oggi contesta che i cittadini si rivolgano ai rappresentanti dei partiti presenti nei consigli comunali o regionali in qualità di rappresentanti istituzionali per portare nelle sedi preposte le loro istanze, ricordiamo che questa è l’essenza stessa della democrazia. Se togliamo ai cittadini la possibilità di essere ascoltati dalle istituzioni, come suggeriscono PD e Sinistra Italiana con le loro accuse, è la Costituzione stessa a essere svuotata di significato.

Ringraziamo però il segretario Barsottini, il suo intervento ci consente di riportare l’attenzione sui veri temi di questo referendum, ovvero la gestione dei beni comuni, l’acqua realmente pubblica, e il ruolo delle grandi multiutility sul mercato.

A proposito di promesse mantenute dal sindaco che Barsottini richiama: ricordiamo che nella sua prima assemblea dei soci, il sindaco ha votato per confermare “l’impegno a sviluppare una Continue reading “Referendum Multiutility: quando il problema è chi chiede chiarezza.”

Referendum Multiutility: quando il problema è chi chiede chiarezza.

Il PD Empolese si unisce all’attacco, ma la verità resta una sola.

Dopo Sinistra Italiana, ora anche il PD Empolese sceglie di attaccare il Comitato referendario Trasparenza per Empoli con argomentazioni false, infondate e palesemente coordinate con Sinistra Italiana empolese per logiche strumentali meramente elettorali legate alle elezioni regionali che li vedranno correre come alleati e che niente hanno a che fare con il referendum empolese.

Il tempismo parla chiaro: il nostro comunicato in cui ricordavamo pubblicamente l’impegno preso dal sindaco di indire il referendum comunale alla prima data utile, ossia il 19 ottobre, a cui fanno riferimento è uscito il 4 agosto – prima della ufficializzazione della data di voto delle regionali e quindi lontana da ogni logica elettorale imputabile alle elezioni regionali – mentre i due comunicati di SI e PD sono usciti più di due settimane dopo il nostro comunicato, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, subito dopo l’ufficializzazione della data delle elezioni regionali da parte del Presidente Giani. Un chiaro tentativo di strumentalizzazione del referendum empolese per fini elettorali legati alle elezioni regionali confermata anche da questo secondo comunicato.

Un impegno preciso quello preso dal sindaco, espresso a mezzo stampa, che il PD e Sinistra Italiana tentano di distorcere facendolo passare per una volontà del nostro comitato al servizio di presunti avversari politici per sollevare il sindaco dalle sue dichiarazioni pubbliche.

Eppure la verità è semplice: è stato il sindaco a dichiarare pubblicamente la sua disponibilità ad indire il referendum alla prima data utile che da regolamento è il 19 ottobre, ma il silenzio che arriva da via Giuseppe del Papa continua ad essere assordante, e viene il dubbio che con l’ufficializzazione della data per le regionali del 12 ottobre sia diventato difficile mantenere la parola data e quindi altri si stiano adoperando per cercare di deviare l’attenzione distorcendo la realtà, nel frattempo attendiamo la data del 4 settembre in cui siamo stati convocati presso la segreteria generale del comune per avere aggiornamenti.

Il risultato è che a più di due anni dal deposito delle firme, non c’è ancora una data certa per il voto, l’unica occasione reale di accorpamento – che avrebbe garantito efficienza e risparmio invocate da Barsottini – è stata fatta volutamente sfumare, e adesso anche la prima data utile è stata fatta saltare.

A chi oggi contesta che i cittadini si rivolgano ai rappresentanti dei partiti presenti nei consigli comunali o regionali in qualità di rappresentanti istituzionali per portare nelle sedi preposte le loro istanze, ricordiamo che questa è l’essenza stessa della democrazia. Continue reading “Referendum Multiutility: quando il problema è chi chiede chiarezza.”

Il referendum dà fastidio? Diamo la colpa al comitato.

Il referendum è dei cittadini, non di chi vuole usarlo contro gli avversari.

Ringraziamo Sinistra Italiana Empolese per l’occasione che ci offre di chiarire pubblicamente un dato essenziale: la data del 19 ottobre non è una nostra invenzione né una manovra politica, come Sinistra Italiana Empolese lascia intendere nel suo comunicato, ma è la prima data utile prevista dal regolamento comunale per indire il referendum dopo la finestra elettorale mancata prima di giugno e ad invocarla non siamo stati noi, ma il sindaco Mantellassi, che ha affermato in un’importante intervista pubblica:

“Ho già dato la mia disponibilità a convocare il referendum alla prima data utile. Ma la democrazia ha delle regole. Il referendum sarà indetto, ma nel rispetto dei tempi e delle modalità previsti dalle norme.”

Se dunque Sinistra Italiana ritiene questa data inadatta, illogica o strumentale, dovrebbe interrogare il sindaco, non certo attaccare chi adesso si limita solo a ricordarla con tutti i suoi difetti avendo richiesto invano di migliorare quelle norme per quella data di voto attesa ormai da oltre due anni.

In merito all’accusa mossa da SI di non aver chiesto al sindaco l’accorpamento del referendum alle elezioni regionali, ricordiamo che la richiesta è stata formalmente presentata alla precedente amministrazione, di cui faceva parte anche l’attuale sindaco, ma non avendo ricevuto risposta è evidente che la questione sia rimasta aperta e sia stata ereditata dalla nuova amministrazione, la quale aveva il dovere politico e istituzionale di esprimersi in merito, non certo noi, che la richiesta l’abbiamo fatta. Quindi attribuire a noi responsabilità in merito è semplicemente falso.

In un momento di slancio pindarico Sinistra Italiana arriva persino a chiamarci goliardicamente “Trasparenza per Buongiorno Empoli”, cercando di screditarci per presunti legami con un soggetto politico specifico, ma se proprio vogliamo ironizzare, il nome più corretto – per coerenza con la realtà – sarebbe:

“Trasparenza per Buongiorno Empoli, Centrodestra per Empoli, Movimento 5 Stelle, Lega, Europa Verde, SiAmo Empoli, Rifondazione Comunista, PCI e tutti coloro che hanno sostenuto il referendum”.

Tutti questi soggetti – pur nelle loro profonde differenze – hanno scelto di appoggiare una battaglia che riguarda i beni comuni e i diritti dei cittadini, riconoscendo l’autonomia del nostro comitato, il resto sono dietrologie.

È evidente che il vero obiettivo del comunicato di SI non fosse entrare nel merito dei temi del referendum, ma colpire un avversario politico alle prossime elezioni regionali, infatti oltre metà del comunicato non è indirizzato a TPE ma a contestare un soggetto politico specifico, trascinando nel mezzo – con pretesti e falsità – un comitato civico e indipendente, che non ha mai permesso né mai permetterà che qualcuno metta un cappello sulle battaglie del comitato o che le usi per fini propri, se SI ha un problema politico con altri soggetti, lo affronti direttamente, non usi il referendum – Continue reading “Il referendum dà fastidio? Diamo la colpa al comitato.”

COME I NOSTRI SINDACI HANNO REGALATO I NOSTRI SOLDI E L’ACQUA AD ACEA

Un altro buon motivo per votare SI al referendum empolese per poter cambiare veramente modalità di gestione dell’acqua nel 2031. Per capire partiamo con un po’ di storia e numeri.

Mentre Acea si vanta sui giornali degli investimenti miliardari nel settore idrico, i nostri sindaci hanno autorizzato la più grande sottrazione di risorse dal servizio idrico della storia recente.

La storia inizia nel 2003, quando i sindaci del Basso Valdarno decisero di vendere il 45% di Acque spa (la società che gestisce l’acqua) a privati tramite una gara europea. Vinse ABAB spa, controllata da Acea, che investì appena 18 milioni di euro per ottenere non solo quasi la metà della società, ma anche il controllo gestionale pressoché completo.

Ma ecco dove inizia l’inganno che i sindaci hanno autorizzato.

Da quel momento, tutti gli investimenti necessari per migliorare il servizio idrico – parliamo di oltre 1,27 miliardi di euro in 21 anni – sono stati pagati interamente da noi cittadini attraverso le bollette. Per legge, infatti, nel settore idrico ogni costo deve essere coperto dalle tariffe che paghiamo. I privati non hanno messo neanche un euro in più dopo quei 18 milioni iniziali.

Risultato? Acea e soci hanno contribuito solo con l’1,25% degli investimenti totali, ma oggi a seguito del miliardo di investimenti pagato da noi le loro quote valgono tra 85 e 120 milioni di euro. Un guadagno del 370-550% sui soldi nostri, mentre noi abbiamo pagato tutto il resto.

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Referendum Empoli: il sindaco mantenga la parola data, si voti il 19 ottobre

Ricordiamo con apprensione che il sindaco Alessio Mantellassi, in recenti dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa, ha affermato:

“Ho già dato la mia disponibilità a convocare il referendum alla prima data utile. Ma la democrazia ha delle regole. Il referendum sarà indetto, ma nel rispetto dei tempi e delle modalità previsti dalle norme.”

Una dichiarazione netta e pubblica, rilasciata a un importante quotidiano nazionale, che noi prendiamo sul serio.

Ora che, in modo strumentale per volontà dello stesso sindaco, è stata esclusa la possibilità di accorpare il referendum alle elezioni regionali – nonostante fosse legittima e tecnicamente praticabile – ci aspettiamo coerenza e rispetto degli impegni presi davanti all’opinione pubblica.

Secondo quanto stabilito dal regolamento comunale, il sindaco avrebbe potuto e dovuto indire il referendum entro la prima finestra utile del 2025, cioè prima di giugno. Non avendolo fatto, l’unica finestra ancora disponibile si apre in autunno: la prima data utile è domenica 19 ottobre, ovvero la domenica successiva alle probabili elezioni regionali del 12 ottobre.

Si tratterebbe di una scelta già fortemente penalizzante per la partecipazione, che porterebbe i cittadini di Empoli a votare due volte in due settimane, ma almeno, non si aggiunga al danno la beffa di ulteriori rinvii o incertezze.

Abbiamo ufficialmente inviato al sindaco richiesta di rispettare la promessa fatta pubblicamente e di procedere senza indugi alla convocazione del referendum comunale per domenica 19 ottobre, prima data utile prevista.

Ci auguriamo inoltre che, nella gestione della giornata elettorale, venga garantito alla cittadinanza un numero congruo di seggi, analogo a quello previsto per le elezioni regionali, in modo da assicurare a tutti le stesse condizioni, dignità e possibilità di voto, nel pieno rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza e partecipazione democratica.

Dopo mesi di silenzi, rinvii, ostacoli e decisioni di cui si è potuto discutere solo a giochi fatti, è ora che la democrazia locale si esprima.

Un voto scomodo in una data solitaria

«I deboli seguono le leggi, i forti le regole». Con questa frase, Roberto Saviano descrive un meccanismo tipico del potere: mentre i più deboli rispettano le leggi formali, chi è forte impone proprie regole, spesso non completamente in linea con la legge, per consolidare o accrescere il proprio controllo.

A Empoli la LEGGE nazionale, lo Statuto comunale e la Costituzione permettono chiaramente l’accorpamento del referendum comunale con le elezioni regionali: è previsto, è legittimo, è auspicabile per favorire la partecipazione e ridurre i costi, ma l’amministrazione comunale ha scelto di fare l’opposto: non aggiornare in tempo il regolamento per consentire l’accorpamento, usando un REGOLAmento locale per non realizzare ciò che la LEGGE permette.
Siamo chiaramente di fronte all’assurdo in cui un’amministrazione comunale impegna tempo e risorse pubbliche nell’improbabile tentativo di “smontare” una legge nazionale per giustificare una ormai chiara volontà di non applicare quanto previsto dalla legge con finalità esclusivamente politiche legate a precise volontà locali di partito e di continuità.
«I deboli seguono le leggi, i forti le regole» e così con ogni probabilità il referendum non si svolgerà insieme alle elezioni regionali, ma in un’altra data, con maggiori costi per la collettività, probabilmente un numero minore di seggi, minore affluenza, e un danno certo al diritto dei cittadini di partecipare.
Qui non si tratta solo di burocrazia, qui si tratta di una precisa volontà politica di marginalizzare le condizioni di voto e la partecipazione democratica perché un referendum che rimette in discussione la Multiutility e la sua quotazione in Borsa dà fastidio, meglio farlo passare in sordina, in una giornata isolata, con meno attenzione, meno informazione e meno cittadini ai seggi.
Ma noi non ci stiamo, la democrazia non è un fastidio da aggirare con le regole, è un diritto da difendere e non sarà il silenzio delle istituzioni a fermare la voce dei cittadini.
Accorpamento? E anche oggi… se ne parla domani! Con questa frase si può riassumere il consiglio comunale del 23 luglio, dai toni a tratti grotteschi, dove si sarebbe dovuta discutere una mozione sull’accorpamento del referendum alle elezioni regionali. Su questa mozione era stato raggiunto un accordo tra i gruppi consiliari per inserirla come prima mozione da trattare, subito dopo interrogazioni e delibere.
Ma all’inizio della seduta, il sindaco ha preso la parola per un intervento non previsto e durato oltre un’ora, che pare non sarebbe nemmeno consentito dal regolamento comunale. Questo intervento ha fatto slittare l’ordine dei lavori, impedendo di fatto la discussione della mozione sull’accorpamento, anche se formalmente anticipata.
A fronte di questo ritardo, dalle opposizioni è arrivata la richiesta di anticipare ulteriormente la discussione, proprio in virtù dello spazio occupato dall’intervento del sindaco, ma la maggioranza ha respinto la proposta, appellandosi all’accordo precedente, come se nulla fosse cambiato. E anche oggi… se ne parla domani!

È nato Empoli del SÌ

Con grande entusiasmo accogliamo la nascita del Comitato Empoli del SÌ, una nuova realtà indipendente e autonoma, formata da cittadine e cittadini, associazioni e comitati che accompagneranno la nostra città verso il primo referendum comunale abrogativo della sua storia, per dire SÌ alla gestione pubblica in house dei servizi essenziali e contro la Multiutility destinata alla Borsa.

📣 Aderiscono già numerose realtà locali e nazionali: dall’ARCI Empolese Valdelsa al Forum Italiano e Toscano dei Movimenti per l’Acqua, da Atto Primo a Movimento Clara, da COBAS a CSA Intifada, fino a comitati storici e reti civiche come Assemblea permanente NO KEU, Comitato Alberi viale 4 Novembre, Stop 5G, Marcignana non si piega, Mamme a tutto GAS, Per un altro raddoppio, Ciclofficina e molte altre voci che si stanno aggiungendo.

🌱 Il Comitato come si legge dal comunicato stampa (link a fine articolo) nasce in modo spontaneo, libero e dal basso, ed è aperto a tuttə, condivide con il Comitato Referendario Trasparenza per Empoli lo stesso obiettivo: sostenere il SÌ al referendum, ma con una voce distinta, autonoma e plurale, il che rafforzerà certamente la partecipazione popolare.

🗳️ Un segnale forte, mentre l’amministrazione comunale – grande sostenitrice del progetto Multiutility – cerca di ridurre il referendum a fatto marginale, la cittadinanza si sta risvegliando, consapevole della posta in gioco: non solo la democrazia, ma il controllo sui servizi fondamentali del nostro territorio.

Perché acqua, rifiuti, energia e ambiente non sono beni da mettere sul mercato, ma diritti da garantire con una gestione pubblica, trasparente e partecipata. Continue reading “È nato Empoli del SÌ”

Accorpamento Referendum, le forze politiche escano dal silenzio la democrazia chiama!

Sono passati molti giorni da quando il Comitato Trasparenza per Empoli ha chiesto alle forze politiche ed in particolare al PD, in quanto principale e decisiva forza politica di maggioranza, di esprimersi sull’accorpamento del referendum comunale con le Regionali, per favorire risparmio e partecipazione, solo Europa Verdi, Movimento 5 Stelle, Buongiorno Empoli e Centrodestra per Empoli hanno risposto; dalle altre forze nessuna posizione ufficiale.

Sappiamo che la prossima seduta del Consiglio Comunale è fissata il 23 luglio prossimo e nell’ordine del Giorno non è prevista la discussione di modifiche al regolamento del referendum che consentano l’accorpamento, ma la scelta spetta al Consiglio Comunale che deve deliberare entro il giorno 8 agosto ossia entro un mese.

Chiediamo a tutte le forze politiche di uscire dal silenzio e assumersi la responsabilità di una scelta chiara e pubblica: la democrazia si alimenta di partecipazione, non di silenzi o attese strategiche. La decisione dell’accorpamento e quindi della modifica possibile del regolamento referendum non è competenza esclusiva del Sindaco, è competenza del Consiglio Comunale e quindi della sua maggioranza, dei gruppi consiliari e dei partiti.

Stiamo parlando di un referendum sulla gestione dei beni comuni e in questo contesto dobbiamo ricordare che, in una democrazia, il bene comune più prezioso è la partecipazione dei cittadini. Negare una partecipazione libera, diffusa e accessibile a tutti rappresenta una delle violazioni più gravi dei diritti su cui si fonda la nostra democrazia.

La Costituzione italiana, non a caso, definisce con precisione i poteri, i compiti e i diritti sia delle Continue reading “Accorpamento Referendum, le forze politiche escano dal silenzio la democrazia chiama!”

Il nodo dell’accorpamento e la gestione politica del referendum Una scelta che continua a limitare la partecipazione

Il nodo dell’accorpamento e la gestione politica del referendum Una scelta che continua a limitare la partecipazione

Apprendiamo con preoccupazione che, nonostante il sindaco abbia chiarito che nel 2026 intende proporre una modifica della delibera originaria sulla Multiutility, resta in piedi il rifiuto di accorpare il referendum comunale alle elezioni regionali del 2025, rifiuto motivato con un parere ministeriale che lo stesso sindaco ha pubblicamente definito non vincolante.

Questo significa che la decisione di non accorpare è una scelta politica pienamente autonoma, presa nonostante il parere ministeriale abbia il compito di evidenziare alcune complicazioni tecniche, agevolmente superabili, e non quello di costituire condizione per un divieto. Di fatto, si rinuncia a favorire la partecipazione e contenere i costi, come invece prevedono la legge e lo statuto comunale.

È sempre più evidente che l’obiettivo sia evitare l’election day, proprio per scongiurare l’effetto che avrebbe un’ampia partecipazione: il raggiungimento del quorum, che renderebbe il voto vincolante. Così facendo, si limita di fatto l’esercizio della sovranità popolare, che l’Art. 1 della Costituzione affida ai cittadini venendo meno al compito che spetta allo stato di rimuovere gli ostacoli che limitando la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono l’effettiva partecipazione di tutti Continue reading “Il nodo dell’accorpamento e la gestione politica del referendum Una scelta che continua a limitare la partecipazione”

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