Un altro buon motivo per votare SI al referendum empolese per poter cambiare veramente modalità di gestione dell’acqua nel 2031. Per capire partiamo con un po’ di storia e numeri.
Mentre Acea si vanta sui giornali degli investimenti miliardari nel settore idrico, i nostri sindaci hanno autorizzato la più grande sottrazione di risorse dal servizio idrico della storia recente.
La storia inizia nel 2003, quando i sindaci del Basso Valdarno decisero di vendere il 45% di Acque spa (la società che gestisce l’acqua) a privati tramite una gara europea. Vinse ABAB spa, controllata da Acea, che investì appena 18 milioni di euro per ottenere non solo quasi la metà della società, ma anche il controllo gestionale pressoché completo.
Ma ecco dove inizia l’inganno che i sindaci hanno autorizzato.
Da quel momento, tutti gli investimenti necessari per migliorare il servizio idrico – parliamo di oltre 1,27 miliardi di euro in 21 anni – sono stati pagati interamente da noi cittadini attraverso le bollette. Per legge, infatti, nel settore idrico ogni costo deve essere coperto dalle tariffe che paghiamo. I privati non hanno messo neanche un euro in più dopo quei 18 milioni iniziali.
Risultato? Acea e soci hanno contribuito solo con l’1,25% degli investimenti totali, ma oggi a seguito del miliardo di investimenti pagato da noi le loro quote valgono tra 85 e 120 milioni di euro. Un guadagno del 370-550% sui soldi nostri, mentre noi abbiamo pagato tutto il resto.
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